Il linfedema

Il linfedema è una patologia cronica con una spiccata tendenza all’evoluzione spontanea, caratterizzato da un accumulo di linfa nel tessuto sottocutaneo. Qualora trascurato può associarsi a differenti gradi di disabilità sia sul piano fisico che psicologico con riduzione della qualità di vita.

Può presentarsi con differenti modalità e dislocazioni anche se colpisce prevalentemente gli arti superiori ed inferiori.

Il linfedema testimonia la riduzione, più o meno significativa, della funzionalità del sistema linfatico del distretto anatomico interessato. Il sistema linfatico può essere insufficiente a causa di alterazioni congenite (linfedema primitivo) o divenire insufficiente in seguito a lesioni del sistema linfatico (linfedema secondario).

La lesione del sistema linfatico che più frequentemente ne determina l’insorgenza è senza dubbio, in ambito oncologico, la rimozione chirurgica (parziale o radicale) dei linfonodi (come ad esempio quelli ascellari o inguinali) a volte associata a radioterapia e chemioterapia.

Il linfedema può insorgere dopo pochi mesi o anche a distanza di molti anni dopo l’intervento chirurgico; è per questo che il periodo di sorveglianza post-chirurgico deve protrarsi nel tempo al fine di diagnosticare precocemente eventuali scompensi tardivi del circolo linfatico.

Purtroppo la sottovalutazione del problema, ancora oggi molto diffusa nel territorio nazionale, può comportare una diagnosi tardiva quando oramai il linfedema è clinicamente manifesto, cioè quando il “gonfiore” è stabile e persistente e quindi in uno stadio clinico intermedio o avanzato.

A tale proposito è bene sottolineare come i primi episodi di:

– gonfiore, anche temporaneo;
– dolore profondo e puntorio dell’arto;
– senso di pesantezza dell’arto;

a distanza di qualche mese dalla chirurgia oncologica, devono far sospettare la possibilità di un’alterazione del sistema linfatico e di un linfedema precoce o in uno stadio iniziale, che, qualora trascurato, può evolvere a forma intermedia o avanzata.

In Italia si registrano circa 40.000 nuovi casi all’anno di linfedema: tra questi il 20-40% sono pazienti sottoposti a trattamenti oncologici per i tumori della mammella, ginecologici, urologici e della cute (melanoma); il restante sono invece pazienti con forme di linfedema primitivo legato a malformazioni congenite del sistema linfatico.

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A circa 1 donna su 8 viene diagnosticato il tumore mammario. Il 30% si sottopone ad una mastectomia o all’asportazione di buona parte del seno e solo alla metà di queste la ricostruzione avviene immediatamente. Le donne rinunciano oppure vengono sottoposte a interventi successivi che diventano più complessi procrastinando anche nel tempo il recupero della propria immagine corporea e del proprio benessere.

La situazione, inoltre, è diversa di regione in regione. Ad oggi il 90% delle ricostruzioni in contemporanea avviene nel nord e nel centro Italia. Nel meridione, rispetto al centro nord, si effettuano meno ricostruzioni per una minore presenza di breast unit seppure non manchino centri d’eccellenza.

Crediamo che a tutte le donne debba essere data la possibilità di riavere il proprio seno, rapidamente e con le tecniche migliori possibili, lasciando che l’eventuale rifiuto a ricostruirlo sia esclusivamente il frutto di una scelta volontaria e consapevole o che si limiti ai pochissimi casi di tumori che si colgono in fase molto avanzata.

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